Durante questa pandemia inoltre, gli italiani hanno riscoperto i vari aspetti dello stare in casa, che per molti si erano persi a causa della grande quantità di tempo che si passava normalmente fuori di essa e sempre di corsa.
A oggi, un terzo delle abitazioni italiane non ha spazi esterni, il 60% non ha doppi servizi e la quasi totalità è stata edificata almeno nel secolo scorso. La gran parte delle abitazioni sono poi addensate nelle città e nei grandi centri urbani, dove la dimensione media degli appartamenti è di 62 mq. Il cambio di prospettiva dovuto a questo prolungato tempo passato all’interno delle mura domestiche, ha portato a rivedere questi elementi, spingendo gli italiani verso nuove preferenze, che sopperiscano ai limiti delle abitazioni in cui molti vivono attualmente. Acquisterà quindi nuovo valore l’abitare in contesti più aperti e meno densamente popolati, rimodulando le preferenze di acquisto in favore di spazi più ampi, proprietà con aree esterne e doppi servizi, che permettano di vivere in modo più comodo, funzionale, con spazi adatti da riservare al relax, al lavoro, alla famiglia.
Secondo le previsioni, questo non implicherà necessariamente un ritorno ai piccoli centri abitati, ma, piuttosto, una possibile occasione di rilancio delle periferie dei grandi centri, che offrono soluzioni di compromesso a poca distanza dalle comodità della città. Riscoprendo lo stare in casa, diventa importante creare degli spazi dedicati per la nuova routine e non sempre gli immobili sono attrezzati per rispondere a queste esigenze – un limite che spingerà quindi molte persone a cambiare casa, privilegiando immobili che possano far fronte a queste nuove (o ritrovate) necessità.
Lo dimostra una ricerca di un sito italiano di riferimento per chi cerca casa e per i professionisti dell’immobiliare condotta nel mese di aprile 2020 e che ha coinvolto oltre 3.700 persone alla ricerca di una casa in vendita o in affitto in tutta Italia.
Anche la quarta edizione dell’Osservatorio CasaDoxa, firmato da BVA Doxa, ha rilevato che sono sempre di più gli italiani che intendono cambiare casa entro i prossimi 4 anni. Se nel 2019, in tempi pre-pandemici, la percentuale toccava quota 22%, nel 2021 si arriva al 26%, pari ad un incremento di 2 milioni di persone.
Casa connessa e interattiva, sostenibile ed efficiente: in una sola parola ‘effortless’. Inoltre l’abitazione ideale è dotata di spazi versatili, con doppi servizi, giardino, in luoghi poco popolosi.
Quanto ai trend, oltre a case singole o in luoghi meno affollati, con spazi ampi, versatili, giardino etc, c’è attenzione anche nei confronti della casa connessa e interattiva: l’Osservatorio CasaDoxa 2021 rileva che nell’ultimo biennio è in netto aumento (35% nel 2019 vs 44% nel 2021) la quota di coloro che già ne dispongono o non vedono l’ora di integrare dispositivi e tecnologie per rendere “effortless” la propria abitazione.
Ora che la casa è diventata contemporaneamente non solo luogo in cui dormire e stare con la famiglia, ma anche ufficio, palestra, luogo di svago, c’è stato un cambio di prospettiva: la casa torna ad assumere un ruolo centrale nelle famiglie non come investimento non nel senso economico del termine, ma in quello “umano”, ovvero come luogo in cui ripararsi e trovarsi in ogni fase della quotidianità.